Dopo la strage di Cagliari cosa rimane nell'opinione pubblica?
Sergio Toscano associato e fratello di vittime della strada presso l'AIFVS-APS Associazione Italiana Familiari e vittime della strada incontra la stampa.
Valutazioni le sue che dovrebbero fare riflettere molte persone, oltremodo rilasciate da chi, sulla strada, ha lasciato due fratelli in due incidenti distinti e sulla quale egli stesso ha rischiato di morire, mentre si trovava alla guida di un'ambulanza in emergenza, coinvolta in un disastroso incidente sulla Cristoforo Colombo a Roma a causa di una mancata precedenza da parte di un anziano automobilista.
Ma cosa rimane nell'opinione pubblica all'indomani della strage di Cagliari, dove hanno perso la vita 4 giovani ragazzi e altri due sono ricoverati in gravi condizioni?
Come sempre, sull'onda dell'emotività e dell'indignazione a orologeria, si sono accesi i riflettori della stampa. La politica metterà il cappello su questa tragedia, promettendo misure stringenti e più severe e un po' tutti si erigeranno a paladini della giustizia, nel nome della tutela alla vita.
Poi tutto andrà scemando e solo le famiglie si ritroveranno a fare i conti con la mancanza dei loro figli; il mondo "come è giusto che sia" proseguirà nella sua quotidianità e quella strada dove si è consumata la mattanza, tornerà ad essere una delle tante trafficate della nostra Italia.
È bastata ripulirla dai detriti della vettura, cancellando le macchie di olio, carburante e sangue e tutto è tornato come prima. Ha ragione Sergio Toscano, ha proprio ragione, quando nel suo intervento dice che "ci viene recriminato di essere troppo crudi, perché mostrando certe foto o video traumatizziamo i ragazzi che incontriamo".
CRUDI? TRAUMATIZZIAMO? Ma in che mondo vivono coloro che affermano queste assurdità? Vogliono realmente essere scioccati? Vogliono davvero essere traumatizzati? Portateli sul luogo dell'incidente, finché i corpi senza vita di loro coetanei sono ancora caldi lì sull'asfalto...poi vediamo dove si traumatizzano e magari si destano pure da quel torpore di onnipotenza che proprio la giovane età li porta a vivere troppo spesso.
Ho appena avuto il tempo di rilasciare questa intervista che nell'immediato ho saputo di un altro incidente sulla via del mare a Roma.
É una lotta impari, dove noi ci impegnamo quotidianamente per attenzionare alla prudenza, alla guida responsabile, al fine di porre un freno a questa mattanza.
Chiediamo con forza alle Istituzioni preposte, alle FF.OO, di vigilare sui minimi comportamenti scorretti alla guida (giovani ma non solo). Ci indignamo poiché non agiscono come vorremmo vista la gravità della situazione. Mi pongo però una domanda: ma i figli sono nostri o dello Stato? Mi spiego meglio.
Le raccomandazioni, l'esortazione alla prudenza, con anche punizioni del caso, non spetterebbero a noi genitori? É impossibile che un genitore non capisca il temperamento…