Moto contro bicicletta muore 19enne salva la figlia di 3 anni
È accaduto sulla statale 16 a Polesella (Rovigo) lungo via de Paoli, erano da poco trascorse le 21.00.
Lei, Valeria Spinu 19 anni, è stata sbalzata sull'asfalto e purtroppo a nulla sono valsi i tentativi di rianimarla, lievemente ferita la figlioletta che era con la mamma (la dinamica non è ancora certa).
Gravi le condizioni del motociclista che sembra sia stato intubato sul posto (ROVIGO in DIRETTA) e successivamente trasportato in ospedale a bordo dell'elicottero del SUEM intervenuto sul luogo dell'investimento. Ricoverata anche la figlia della vittima che viaggiava insieme alla mamma, la piccola di soli 3 anni in evidente stato di shock è stata prontamente soccorsa dai sanitari. L'impatto è stato comunque particolarmente violento, tanto da spezzare a metà la bicicletta di Valeria. Gli accertamenti sono in corso e non è chiara ancora la dinamica della tragedia.
Non spetta a me e non spetta a voi che leggete, giungere a facili e magari errate conclusioni. Quanto scrivo di seguito sono solo mie personali riflessioni, non hanno alcun fondamento certo sui fatti realmente accaduti e quindi vorrei fossero valutate come tali.
È probabile che tra le cause al vaglio degli inquirenti a causare l'incidente sia stato il buio della sera o magari il mancato utilizzo dei giubbini ad alta visibilità da parte della vittima, financo una sventurata distrazione in fase di attraversamento da parte della vittima. Di pari, rimangono aperte le ipotesi di una velocità eccessiva della moto e in ugual misura di una disattenzione del motociclista. Rimane certa una cosa: nonostante la "relativa robustezza" di una bicicletta, quest'ultima, si è spezzata a metà dopo l'impatto. Purtroppo, molto spesso, si sottovalutano o si eludono completamente le elementari norme di sicurezza su strada, da parte degli utilizzatori di velocipedi.
Mancati dispositivi di illuminazione anteriore e posteriore, corretto utilizzo e manutenzione del sistema frenante anteriore e posteriore, corretta ripartizione dei pesi trasportati (mi vengono in mente le borse della spesa attaccati al manubrio) utilizzo di giubbini o indumenti ad alta visibilità, caschetti di protezione, segnalazione manuale di svolta o cambio corsia. ecc.
Sono questi i casi più comuni che vedono trasformarsi in tragedie delle normali giornate di utilizzo delle biciclette, sia in città che fuori dai centri abitati. Dovremmo anche elencare la mancata osservanza dei ciclisti, di non impegnare gli angoli ciechi dei mezzi pesanti, siano questi in sosta o in marcia, inosservanze colpevoli di numerose tragedie da investimento "arrotamento" soprattutto in prossimità di incroci semaforici o intersezioni stradali.
L'attenzione non è mai abbastanza, anche a costo di diventare "fobici" forse solo così potremmo evitare di dover raccontare ad una bimba di tre anni che, quanto è accaduto, non doveva succedere e che la mamma è stata tanto sfortunata in quella maledetta sera di agosto.
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